
Sulla persona non ho mai nutrito alcun dubbio: è un amico e ad un amico, semmai ce ne fosse bisogno, si perdona tutto e da lui si accetta più o meno tutto, non senza fargli notare magari quello che noi pensiamo possa esser sbagliato. Sul Roberto Deriu politico una qualche riserva la avevo, sulla sua militanza nel partito cui appartiene,che di appartenenza si tratta e più che mai nel suo caso e che io, più volte e più volte in passato, gli avevo garbatamente chiesto di abbandonare per fondarne uno nuovo e tutto suo,ottenendo il diniego più assoluto. “I problemi del PD van curati dall’interno”, mi son sentito rispondere più e più volte da lui, su quella che io reputavo eccessiva condiscendenza verso le linee dello stesso partito et cetera et cetera. La mia stima politica nei suoi confronti è maturata lentamente,dentro ad una fitta corrispondenza epistolare nata sui social e da poche ma intense chiacchierate condivise corpore praesenti, diciamo. Due sue idee fra tutte, hanno colpito la mia esile competenza politica e la mia scarna conoscenza del dettaglio tecnico che qui riporto con parole sue:
-1) La Regione non deve fare tutto.
Bisogna ridurne drasticamente i compiti.
La Regione deve fare le leggi, e l’amministrazione deve essere tutta locale, affidata a chi ognuno di noi conosce e può interpellare.
-2)Ritengo opportuno segnalare alcuni punti che dovrebbero imprescindibilmente caratterizzare il nostro programma di governo sul tema della lingua:
– il perfezionamento e la diffusione dello standard L.S.C. per gli usi scritti del sardo;
– il concreto impiego della lingua sarda a scuola come strumento veicolare dell’insegnamento, dando così piena attuazione all’art. 4 della L. 482/1999 in disposto combinato con l’art. 9, comma 10, lettera b), della Legge regionale 3/2009;
– la previsione, in sede di scrittura del nuovo Statuto di Autonomia della Regione Autonoma della Sardegna, della piena co-ufficialità nel territorio regionale tra lingua sarda e lingua italiana;
– l’adozione da parte del Consiglio regionale della Sardegna di una specifica legge sulla lingua sarda (e sulle varietà alloglotte presenti nell’Isola), che tracci le linee-guida per il conseguimento nel territorio isolano di una forma di bilinguismo reale e tendenzialmente equilibrato tra sardo e italiano;
– la garanzia, nel bilancio regionale, di adeguati finanziamenti per le politiche linguistiche in Sardegna, almeno in linea con quelli degli ultimi anni.
Due cose che son state spesso oggetto delle nostre discussioni e alle quali tengo in egual misura essendo io:
a)un convinto sostenitore della territorialità ed un altrettanto convinto nemico della centralità regionale per non dire della stessa Istituzione RAS, in senso stretto.
b)unu sostenidore appassionadu de sa limba mia, su sardu. Su disizu miu prus mannu diat èssere cussu de dare impèllida,mascamente a sos giovanos chi leghent in onni bidda, de istimare su sardu.
De fàghere ischire chi b’at paràulas medas chi podent èssere impreadas e cumbinadas cantu e prus de s’italianu (una limba custa chi deo connòsco bastante).
M’aggradat su durgalesu,sa limba de bidda mia, ma soe finas istudiande sa norma pro istèrrere su sardu comune.
Dia chèrrere chi sa limba nostra apat dignidade paris ( o prus manna ma custu est bisu miu) a s’italianu chi s’impreat in iscola,in sos giornales o in sa retza.
Tando chirco de lu impreare cantu prus poto e non dia chèrrere mai chi custu potzat èssere unu impèigu po sa forma de iscritura e de aprendimentu, una tropea po chie leghet o mascamente argumentu de cuntierra.
Riconosco , lo dico per i benaltristi presenti in ogni pagina e dai quali mi guardo sempre con la dovuta circospezione, che questi due argomenti, queste due idee che hanno accresciuto la mia stima politica nei confronti di Roberto, apparentemente sembrino argomenti teorici quindi inutili.
Io so per certo che non è così ,perché costituiscono a mio modesto avviso due punti cruciali da cui la politica del nuovo governo regionale non possa in alcun modo prescindere, né esimersi.
Chiudo parafrasando lo slogan del centrosinistra alla mia maniera,in sardo:
“Cumentzamus su cras dae oe e mascamente dae cras,lunis a borta de die!”
Gràtzias a Roberto pro su coràgiu chi est dimustrande e a totu sos chi nche sunt lòmpios leghende, fintzas a inoghe.
Unu gràtzias fintzas a totu cussos chi mi nche ant imbiadu in casadinas dae sa de duas rigas.
A nos intèndere sanos.