Lingua sarda: presidente Cappellacci, "Il sardo è una lingua normale"

IMG_9410“In questi anni è stato segnato un solco molto profondo per la politica linguistica che deve appartenere a tutti i sardi e non a una sola parte politica. La lingua sarda fa parte della nostra identità e deve essere tutelata perché è una lingua normale”.

Lo ha detto il presidente Ugo Cappellacci intervenendo all’ottava Conferenza Regionale della Cultura e della Lingua Sarda.

“In questi anni – ha proseguito – ho sentito numerose considerazioni sul “sardo”, sulla limba. Prese di posizione sulla limba sarda comune, considerazioni sulle parlate – anch’esse lingue, delle diverse zone della Sardegna.

Credo che l’interrogativo principale sia, ancora oggi, cos’è la Limba? Serve ancora parlarla?

Si tratta di un argomento del quale mi è capitato di discuterne in famiglia con i miei figli, che si pongono il problema proprio perché la percezione della lingua sarda è ancora legata ad una visione arcaica della lingua stessa, circoscritta esclusivamente ai temi della cultura e dell’identità.

In realtà la risposta su cosa sia lingua sarda è arrivata anche dalla recente campagna di comunicazione promossa dalla Regione sui media: il sardo è una lingua normale. Che può essere utilizzata in qualsiasi contesto del nostro quotidiano: in ufficio, in banca, al mercato quando si fa la spesa.”

“La stessa Regione – ha continuato il Presidente della Giunta – ha più volte scritto al Governo utilizzando il sardo, perché questa lingua è rappresentativa per la nostra isola, per la nostra identità. Io ne sono fortemente convinto!

Noi vogliamo e dobbiamo riportare il sardo nella quotidianità. Dobbiamo parlare e scrivere in sardo per far diventare la nostra lingua motivo di distinzione culturale rispetto alla globalità. Perché le lingue minoritarie si salvano dal rischio estinzione solo se vengono considerate normali.

E in questi anni abbiamo fatto crescere la politica linguistica e tutelato gli operatori di questo settore.

Ora ci impegniamo a un ulteriore passo avanti della questione della lingua regionale. E’ necessario che diventi una competenza di serie A . Deve diventare una competenza riconosciuta e legittimata, di livello presidenziale per gli aspetti sociali, istituzionali e giuridici, non relegata al solo ambito culturale. Si garantiranno investimenti in linea con gli ultimi anni a scuola, uffici linguistici, media e attività artistiche che useranno la lingua.

La questione linguistica della Sardegna è importante e strategica per alcune considerazioni.

E’ intimamente legata all’identità del popolo sardo e alla questione autonomistica istituzionale.

E’ una risorsa economica perché gli ambienti e le società multilingue (anche con lingue regionali) sono sempre quelli più avanzati nei quali germogliano le imprese più dinamiche e l’innovazione più produttiva. Come ad esempio accade in Catalogna.

L’uso contemporaneo delle lingue regionali, della lingua statale e di quelle di grande comunicazione (inglese, ad esempio) produce vantaggi cognitivi nell’educazione dei bambini, come testimoniano numerosi studi.

Ufficializzare e dare dignità alla lingua sarda consente alle produzioni culturali e popolari autoctone di uscire dal ghetto della subcultura e del folclore per entrare a testa alta nel salotto della cultura mainstream.

A questo fine ci impegniamo perché nei prossimi anni di governo siano realizzati i seguenti punti, che sono il naturale completamento di una politica linguistica condotta in questi primi 5 anni di governo regionale:

Mantenere, all’interno del bilancio regionale, gli stanziamenti in favore della politica linguistica e dei piani triennali su livelli pari a quelli degli ultimi anni;

– Presentare una proposta di modifica costituzionale dello Statuto Speciale e legge regionale per realizzare la co-ufficialità della lingua sarda con l’italiano e la gestione regionale delle politiche scolastiche e universitarie di intervento;

– Gestire la questione della lingua regionale agganciandola a quella dell’inglese e della realizzazione di una reale società sarda internazionale e multilingue;

Perfezionare, ufficializzare e diffondere lo standard di riferimento della lingua sarda scritta a tutti i livelli, in assenza del quale nessuna politica linguistica sarebbe efficace e reale, senza però limitare l’uso delle parlate locali: ciascuno deve poter utilizzare il proprio sardo;

Potenziare le strutture regionali che si occupano delle politiche linguistiche con rimodulazione di risorse a favore della creazione di nuove direzioni nell’Istruzione e presso la Presidenza della Giunta.

– Creare una fondazione/istituzione regionale che si occupi di ricerca scientifica e definizione delle strategie operative della politica linguistica in collaborazione con atenei internazionali;

Stanziare risorse operative con pari dignità, nei rispettivi territori, a favore delle altre lingue presenti in Sardegna: catalano di Alghero, turritano, gallurese e tabarchino.

Potenziare e stabilizzare l’operatività delle reti degli operatori linguistici e degli uffici della lingua sarda che saranno gestiti direttamente dalla Regione in collaborazione con gli enti locali.

– Valorizzare le attività artistiche tradizionali che fanno uso della lingua sarda con la messa a disposizione di risorse pari almeno a quelle degli ultimi anni per associazioni di canto e per la musica regionale in limba in genere;

Intervenire sulla diffusione del sardo nei mass media con sostegno a riviste, radio, web e televisioni che usino la lingua sarda in maniera esclusiva o preponderante.

Sostenere l’insegnamento del sardo nell’orario curricolare e sostenere la formazione degli insegnanti;

Istituire un albo degli insegnanti di lingua e implementare i piani triennali della lingua previsti dalla legge 26/97.

Per l’assessore Sergio Milia l’impegno della Giunta è stato massimo visto che “anche grazie all’aiuto del consiglio regionale, gli stanziamenti riservati alle politiche linguistiche sono aumentati del 300 per cento. Non siamo qua per autocelebrarci – ha dichiarato Milia nel suo intervento – ma per cercare di tracciare un percorso che abbiamo iniziato e che gli operatori del settore hanno apprezzato. Soprattutto per quanto riguarda la scuola abbiamo consentito, a fatica, l’utilizzo della lingua. Contro tutti. Il Governo tutela tutte le minoranze ma non tutela la lingua sarda, ed ha cercato di impedirci l’insegnamento ai nostri ragazzi nelle scuole.

I lavori dell’ottava Conferenza regionale proseguiranno domani mattina con gli interventi degli esperti degli sportelli linguistici.