COMUNICATO STAMPA

Imprea sa Limba
Imprea sa Limba

Cagliari, come tutta la Sardegna, ha bisogno del bilinguismo italiano–sardo. Le ragioni sono le stesse per le quali lo si realizza nel più piccolo paese della Sardegna. Il bilinguismo è necessario per accorciare la distanza tra amministratori e amministrati, per creare un sentimento di appartenenza, per accrescere il protagonismo sociale, l’innovazione e lo sviluppo.

Cagliari, da antica città di mare, aperta quasi per definizione, deve rinnovare e sviluppare questa tendenza. L’occupazione dipende dallo sviluppo, questo dipende dalla creatività e dal protagonismo (accompagnati dalla formazione necessaria) e questi ultimi dipendono dal senso di identità e di appartenenza.

Il senso di identità e di appartenenza, inteso come consapevolezza di sé, delle proprie risorse, dei propri mezzi e, ovviamente, dei propri desideri, non è un dato acquisito. È il risultato di un percorso che donne e uomini fanno, coscientemente o meno. L’emersione verso l’ufficialità della lingua non-ufficiale, in tutte le regioni del mondo dove esiste una lingua locale non ufficiale, diventa il più potente mezzo per compiere questo cammino.

La prosperità che vogliamo per Cagliari deve coinvolgere tutta la comunità cittadina.

Al monolinguismo italiano opponiamo il bilinguismo italiano-sardo. All’imposizione di un’univoca identità italiana opponiamo la costruzione di un’identità sarda in perenne movimento. È una condizione irrinunciabile per riconoscerci valore. E dunque per riuscire a produrlo. Finalmente. Qualunque identità nazionale è eterogenea. Le differenze, che si concretizzano in molteplici sensibilità e abilità, sono condizione essenziale per lo sviluppo.

Cagliari svolge un ruolo irrinunciabile. Non è possibile il bilinguismo in Sardegna senza il bilinguismo a Cagliari. Al contrario, visto che Cagliari è il centro dell’economia, della politica e dell’amministrazione sarda, se diventa bilingue il capoluogo diventa bilingue tutta la Sardegna. La lingua catalana ha ripreso così tanto vigore perché se n’è fatta carico Barcellona.

L’attuale Amministrazione ha mostrato sensibilità e attenzione rispetto al tema del bilinguismo. Sono stati conseguiti diversi risultati: l’introduzione della toponomastica bilingue per tutta la città; il primo progetto per la costituzione dello sportello linguistico comunale, coi i fondi della legge 482/99; la notevole estensione della possibilità dell’uso del sardo in ambito consiliare.

In 2 anni questa Amministrazione ha fatto per il sardo quanto nei precedenti 20 anni non era stato neppure abbozzato.

Ma riteniamo che tutto questo non possa essere che l’inizio dell’avvio di una politica comunale forte, che miri a diffondere l’uso del sardo in città e a dare al sardo lo stesso rango che viene riconosciuto all’italiano. A tal fine, abbiamo preparato e sottoposto alla maggioranza un Ordine del Giorno che introduce la conoscenza di elementi di lingua sarda quale elemento premiante nei concorsi del Comune. Si vada a vedere cosa succede in Valle d’Aosta o a Bolzano su questi temi, per capire quanto siamo indietro rispetto a politiche di bilinguismo perfetto.

Su questi temi apriamo un confronto pubblico, e si discuta chiaramente se si vuole promuovere o meno il bilinguismo. I modi ci sono.

Il bilinguismo è una questione complessa. Sono complessi gli strumenti normativi che lo promuovono, è delicata l’attività che insiste sull’identità della città ed è alta la posta in gioco: lo sviluppo sociale ed economico del capoluogo e della Sardegna. Per questo poniamo con forza il tema del bilinguismo all’attenzione della discussione politica cittadina, in modo che il sardo possa diventare un potente motore di cambiamento per migliorare la vita dei cagliaritani e dei sardi tutti.

Cagliari, 19 giugno 2013

Cordialmente,

Enrico Lobina

Giuseppe Andreozzi

Giovanni Dore

Marco Murgia

Ferdinando Secchi